«Ogni storia si compone di tante tracce, infiniti fili che seguono sviluppi più o meno prevedibili. Dall’intreccio di questi fili può nascere un miscuglio informe e disordinato oppure un disegno dove ogni singolo elemento è al posto giusto (…)
A volte bisogna aspettare che tutti i fili si siano intrecciati per sciogliere i nodi e scoprire che quel percorso, per quanto accidentato, è perfetto così» scrive Federica Censi in “Quattro nodi da districare”.
Il problema è che quando tutti i fili si sono intrecciati, il garbuglio è talmente intricato da essere difficilmente scioglibile, il che ci porta spesso a delegare gli eventi della vita a scegliere per noi uno spostamento di focus che ci distragga o faccia uscire di scena.
In ogni caso l’appuntamento per affrancarci dall’auto-omertà nella quale ci siamo rintanati per mantenere, anche se stagnante, il nostro status quo, arriva.
Per Luca, protagonista del libro della Censi, quel momento si concretizza per mano di una bimba: «Sapevo che prima o poi Sofia avrebbe chiesto di sapere la verità (…) quella verità con cui ancora non ero riuscito a fare pace.
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