«Ormai non mi vede più nessuno» dice Melina con lo sguardo basso. «In che senso?» le domando. Solleva il viso impreziosito dalle rughe che, testimoni silenti di 83 autunni portati sulle spalle e nel cuore, sembrano rivoli che solcano la pianura riarsa di un volto spento.
Punta gli occhi color tabacco nei miei e con tono monocorde afferma: «Una volta, quando incrociavo uno sguardo, le persone mi guardavano e io… mi sentivo viva. Poi gli ‘enta’ sono diventati ‘anta’ e, un giorno, è successo».
«Successo cosa?».
Melina riprende. «Ero in uno di quei nuovi centri commerciali, camminavo in mezzo alla gente e osservavo le vetrine. Avevo 75 anni ma, dentro, mi sentivo quella di sempre. Eppure, ci credi? Nessuno si è accorto di me. Non che mi aspettassi di essere rincorsa da un baldo ottantenne con un fiore in bocca, ma almeno essere guardata negli occhi, quello sì».
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