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Il blog felice
Der Blog vom Glück
The happy blog

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PAROLE BELLE

Inviato da il in PAROLE BELLE

«Ormai non mi vede più nessuno» dice Melina con lo sguardo basso. «In che senso?» le domando. Solleva il viso impreziosito dalle rughe che, testimoni silenti di 83 autunni portati sulle spalle e nel cuore, sembrano rivoli che solcano la pianura riarsa di un volto spento.

Punta gli occhi color tabacco nei miei e con tono monocorde afferma: «Una volta, quando incrociavo uno sguardo, le persone mi guardavano e io… mi sentivo viva. Poi gli ‘enta’ sono diventati ‘anta’ e, un giorno, è successo». 

«Successo cosa?».

Melina riprende. «Ero in uno di quei nuovi centri commerciali, camminavo in mezzo alla gente e osservavo le vetrine. Avevo 75 anni ma, dentro, mi sentivo quella di sempre. Eppure, ci credi? Nessuno si è accorto di me. Non che mi aspettassi di essere rincorsa da un baldo ottantenne con un fiore in bocca, ma almeno essere guardata negli occhi, quello sì».

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Inviato da il in PAROLE BELLE

La storia di Tom Junod mi ha particolarmente appassionato. Tom è un giornalista della rivista statunitense Esquire, un uomo che non perde occasione per demolire coloro che intervista.

Con sua grande sorpresa viene incaricato dalla Direzione di scrivere un articolo su Fred Rogers, un’adorata stella della televisione americana che da 30 anni conduce un famoso programma ricco di buoni sentimenti.

Tom è stupito non solo per l’incarico, che non ha nulla a che vedere con il suo ruolo («Mi hai assunto come giornalista investigativo, non faccio sviolinate!»), ma anche perché Mr. Rogers ha accettato la proposta dell’intervista a patto che venisse mandato Tom.

Il giornalista raggiunge il celebre personaggio (magistralmente interpretato da Tom Hanks nel film “Un amico straordinario”) sul set e subito assiste ad una scena fuori programma; il conduttore, invece di registrare la trasmissione, si sta intrattenendo da più di un’ora con un bimbo malato venuto a trovarlo.

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Inviato da il in PAROLE BELLE

LA FORZA DELLA RESA

BIANCA BROTTO

Un romanzo leggero e profondo che, attraverso l'intreccio delle storie, conduce il lettore... dentro di sé

QUARTA DI COPERTINA
Quella di Milva e di Veronica è la storia di chi corre senza più sapere verso dove e perché, in un alternarsi compulsivo di giornate frenetiche, natali vacui e giornate da riempire a tutti i costi per fuggire il latente senso di insoddisfazione interiore, difficile da identificare, difficile da placare.

E così, mentre Milva si dedica allo shopping, alla famiglia, ai ricevimenti e alla casa impeccabile, Veronica si concentra sulla carriera, sulle letture, sui corsi e sui guru, in un ricerca che porta entrambe a soddisfare una moltitudine di desideri materiali e spirituali, ma non a raggiungere la serenità.

Seguendo le turbolente vicende delle protagoniste che si svolgono dall’anno 2000 ai giorni nostri fra Brescia, Milano e Lago di Garda, anche chi non è solito porsi domande esistenziali, si ritrova coinvolto, fra ilarità e commozione, a interrogarsi sul senso della vita e sulla sorgente della pace.

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È sera. Madre e figlia sono in cucina. La giovane è seduta al tavolo mentre la donna cucina cantando. «Puoi smetterla di canticchiare quella canzone? Cosa c’è che non va in te?» impreca Cheryl, la ragazza.

«Non lo so. Cosa ti disturba? - risponde Anne - Io sono felice e chi è felice canta».

«Perché sei felice? Non abbiamo niente, mamma, niente!».

«Beh, siamo ricche d’amore» afferma sorridente la donna.

«Oh, per favore, non ricominciare con questa storia! Facciamo entrambe le cameriere a tempo pieno» urla Cheryl.

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Inviato da il in PAROLE BELLE

Non possiamo rispettarci a vicenda? A cosa serve la critica fulminea per le scelte altrui? Perché ogni schieramento deve erigere la propria muraglia pur sapendo che la separazione rende deboli?

Quando le nostre frequenze sono alte, siamo luminosi, in pace, non offendiamo, sospendiamo il giudizio, dispensiamo amore. Punto.

Quando, invece, vibriamo nell’ombra delle basse frequenze, nutriamo il nostro e altrui malessere scagliandoci contro chi è nero o giallo, vota a destra o a sinistra, non si vaccina o si vaccina, creando divisioni.

Se non ci accorgiamo di quanto distruttiva sia la frattura che le invettive personali provocano ad ogni livello, facciamo un salto indietro nel tempo e osserviamo cosa succede quando a regnare è l’unione.

È il 6 aprile del 2009, sono le 3 e 32 quando la terra dell’Aquila e di altri 56 comuni trema nella notte con una serie di violentissime scosse che causano 309 vittime, 1600 feriti e 100mila sfollati.

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