Lo so che non è facile accettare quel che ci accade soprattutto quando la vita è spietata e noi, travolti da tifoni fisici o emozionali, ci ritroviamo annientati. Paralizzati.
Spesso ci corazziamo appesantendo il nostro corpo di chili e cose da fare, o finendo per far pagare la nostra rabbia a chi non c’entra, ma ci è vicino.
Eppure ci siamo rinchiusi da soli fra le sbarre interiori del mal vivere ma, se ci accorgiamo del nostro stato di prigionia, da soli possiamo anche uscirne.
Nietzsche, con il suo «amor fati» (amore per il proprio destino), parla dell’importanza di accettare, finanche con gioia, quanto ci accade come se l’avessimo scelto, non quindi in forza della rassegnazione, ma della libertà di far splendere l’Oltreuomo (Übermensch), un individuo che ama eternamente la vita così com’è nel suo continuo ripetersi.
Secondo il filosofo tedesco, infatti, l’uomo che abbraccia l’amor fati attiva la propria potenza creativa trasmutando le crisi in opportunità e lo può fare perché è libero di fidarsi e, qualsiasi cosa accada, di dire: «Questo è ciò che mi serve».
...