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L'uomo che non credeva nell'amore - Miguel Ruiz

L'uomo che non credeva nell'amore



Voglio raccontarvi una storia molto antica su un uomo che non credeva nell'amore. Si tratta di un uomo comune, proprio come voi, ma ciò che lo rendeva speciale era il suo modo di pensare: era convinto che l'amore non esistesse. Naturalmente l'aveva cercato a lungo, aveva osservato le persone intorno a sè, trascorrendo gran parte della vita in cerca dell'amore, solo per scoprire che l'amore non esisteva.

Dovunque andasse, diceva a tutti che l'amore è soltanto un'invenzione di poeti e delle religioni, usata per manipolare la debole mente umana, per controllare le persone. Diceva che l'amore non è reale, e per questo è impossibile trovarlo quando lo si cerca.

Era un uomo molto intelligente e riusciva ad essere convincente. Lesse una quantità di libri, frequentò le migliori università e diventò un rinomato studioso. Poteva parlare dovunque, davanti a qualunque pubblico e la sua logica era inoppugnabile. Diceva che l'amore è come una droga: ti fa sentire bene, ma crea dipendenza. E cosa succede se una persona diventa dipendente dall'amore e poi non riceve la sua dose quotidiana? Quell'uomo diceva che la maggior parte dei rapporti è come il rapporto che c'è tra un tossicodipendente ed il suo spacciatore. Quello dei due che ha il bisogno maggiore è il drogato e l'altro assume il ruolo dello spacciatore. Quest'ultimo è quello che controlla il rapporto. E' una dinamica facilmente osservabile, perchè in ogni relazione di solito c'è uno che ama di più e un altro che si limita a riceve, ad approfittare di chi gli ha donato il suo cuore. E' facile vedere come si manipolano a vicenda, tramite le loro azioni e reazioni, proprio come un drogato e uno spacciatore.

Il Tossicodipendente, quello che ha il bisogno maggiore vive con il timore costante di non ricevere la prossima dose d'amore. Pensa: "Cosa farò se mi lascia?" e tale paura lo rende possessivo. Diventa geloso ed esigente. Lo spacciatore comunque può sempre manipolarlo, dandogli dosi maggiori o minori, oppure negandogliele del tutto: La persona con il bisogno maggiore si arrende e accetta di fare qualunque cosa pur di non essere abbandonata.

L'uomo della nostra storia continuava a spiegare a tutti perchè l'amore non esiste.

"Ciò che gli uomini chiamano amore è solo una relazione basata sul controllo e sulla paura. Dov'è il rispetto? Dov'è l'amore che dichiariamo di provare? Non esiste. Le giovani coppie, davanti al simulacro di Dio e davanti alle loro famiglie e agli amici si scambiano una quantità di promesse: di vivere insieme per sempre, di amarsi e rispettarsi l'un l'altro, di restare uniti nella salute e nella malattia: Promettono di amare e onorare l'altro... promesse e ancora promesse. La cosa stupefacente è che credono davvero a ciò che promettono. Ma dopo il matrimonio, dopo una settimana, un mese o alcuni mesi, le promesse vengono infrante una dopo l'altra "Scoppia una guerra di potere, di manipolazione, per stabilire chi è il drogato e chi lo spacciatore. Pochi mesi dopo le nozze, il rispetto che avevano giurato di mantenere l'uno per l'altro è scomparso. Resta il risentimento, il veleno, il modo in cui si fanno del male a vicenda, finchè a un certo punto, senza che se ne rendano conto, l'amore finisce e i due restano insieme perchè hanno paura di restare soli, temono i giudizi degli altri e anche i propri. Ma dov'è l'amore?

Quell'uomo sosteneva di conoscere molte coppie anziane che avevano vissuto insieme trenta o quarant'anni e ne erano molto fiere. Ma quando parlavano di loro dicevano "Siamo sopravvissuti al matrimonio". Ciò significava che uno dei due a un certo punto si era arreso all'altro. La persona con la volontà più forte aveva vinto la guerra. Ma dov'è la fiamma che chiamavano amore? Si trattavano come proprietà l'uno dell'altro. "Lui è mio". "Lei è mia".

L'uomo spiegava senza fine tutte le ragioni per cui non credeva nell'esistenza dell'amore, e diceva: "Io ho già vissuto situazioni del genere, e non permetterò più a nessuno di manipolare la mia mente, di controllare la mia vita in nome dell'amore". Le sue argomentazioni erano logiche e convincevano molte persone. L'amore non esiste .

Poi un giorno, mentre quell'uomo camminava in un parco, vide una bella donna in lacrime seduta su una panchina. Si incuriosì e avvicinatosi le chiese se poteva aiutarla. Potete immaginare la sua sorpresa quando lei rispose che piangeva perchè aveva scoperto che l'amore non esiste.

L'uomo disse: "Stupefacente. Una donna che non crede nell'esistenza dell'amore". Naturalmente volle subito sapere qualcosa di più. "Perchè dici che l'amore non esiste?" chiese.

"E' una lunga storia", rispose lei. "Mi sono sposata molto giovane, piena di amore e di illusioni. Credevo che avrei condiviso tutta la vita con mio marito. Ci giurammo reciprocamente lealtà e rispetto, e creammo una famiglia. Ma presto tutto cambiò. Io ero la moglie devota che si occupava della casa e dei bambini. Mio marito continuò a seguire la sua carriera. Il suo successo e la sua immagine esteriore erano più importanti della famiglia. Smise di rispettarmi e io smisi di rispettare lui. Ci facemmo del male a vicenda e un giorno scoprii che non lo amavo più e che neppure lui mi amava.

"Ma i bambini avevano bisogno di un padre e quella fu la scusa che adottai per non lasciarlo, facendo anzi di tutto per sostenerlo. Ora i bambini sono diventati adulti e se ne sono andati. Non ho più scuse per restare con lui. Tra noi non c'è né rispetto né gentilezza. So che anche se trovassi un altro sarebbe la stessa cosa, perchè l'amore non esiste. Non esiste cercare ciò che non esiste e per questo piango."

L'uomo la comprendeva benissimo. L'abbracciò e disse: "Hai ragione, l'amore non esiste. Lo cerchiamo, apriamo il nostro cuore, ci rendiamo vulnerabili e troviamo solo egoismo. Questo ci fa male anche quando pensiamo di esserne usciti indenni. Non importa quante volte ci proviamo, accade sempre la stessa cosa. Perchè allora continuare a cercare l'amore?".

Erano così simili che diventarono grandi amici. Il loro era un rapporto meraviglioso. Si rispettavano e nessun dei due cercava di prevalere sull'altro. Ogni passo che facevano insieme li rendeva felici. Tra loro non c'era né invidia né gelosia, non c'era né controllo né possesso. La relazione continuava a crescere. Amavano stare insieme perchè si divertivano molto. Quando erano soli ciascuno sentiva la mancanza dell'altro.

Un giorno mentre l'uomo era fuori città gli venne un'idea assurda: "Forse ciò che provo per lei è amore" pensò. "Ma è così diverso da ciò che ho provato in passato. Non è ciò che dicono i poeti o la religione, perchè io non mi sento responsabile per lei. Non le chiedo nulla, non ho bisogno che si occupi di me. Non sento la necessità di incolparla dei miei problemi, insieme stiamo bene e ci divertiamo. Io rispetto il suo modo di pensare e lei non mi mette mai in imbarazzo. Non mi sento geloso quando è con altri e non invidio i suoi successi. Forse l'amore esiste davvero, alla fine, ma non è ciò che tutti credono sia".

Non vedeva l'ora di tornare a casa e parlare con la donna per raccontarle dei suoi strani pensieri. Appena cominciarono a parlarne, lei disse: "So esattamente a cosa ti riferisci. Io ho avuto la stessa idea tempo fa, ma non volevo parlartene perchè so che non credi nell'amore. Forse dopo tutto l'amore esiste, ma non è ciò che pensavamo che fosse".

I due decisero di diventare amanti e di vivere insieme e sorprendentemente le cose tra loro non cambiarono. Continuavano a rispettarsi e sostenersi e l'amore cresceva sempre di più. Anche le cose più semplici li facevano gioire, perchè si amavano ed erano felici.

Il cuore dell'uomo era così pieno d'amore che una notte accadde un grande miracolo. Era intento a guardare le stelle e ne vide una bellissima. Il Suo amore era così forte che la stella scese dal cielo e finì nelle sue mani. Quindi accadde un altro miracolo e la sua anima si fuse con la stella. La sua felicità era intensa e andò subito dalla donna per mettere la stella nelle sue mani.

Non appena lo fece, lei ebbe un momento di dubbio: quell'amore era troppo forte. Non appena quel pensiero le attraversò la mente, la stella le cadde di mano e si ruppe in milioni di pezzi.

Ora c'è un vecchio che gira per il mondo giurando che l'amore non esiste. E in una casa c'è una donna anziana che aspetta un uomo versando lacrime amare per il paradiso che aveva tenuto tra le mani perdendolo in un momento di dubbio. Questa è la storia dell'uomo che non credeva nell'amore.

Di chi fu l'errore? Che cosa non funzionò? Fu l'uomo a sbagliare pensando di potere dare alla donna la sua felicità. La sua felicità era la stella e l'errore fu quello di mettere la stella nelle mani della donna. La felicità non viene mai dal di fuori. L'uomo era felice per tutto l'amore che proveniva da se stesso. La donna era felice per tutto l'amore che proveniva da lei. Ma appena lui la rese responsabile della propria felicità, lei ruppe la stella perchè non poteva farsi carico della felicità di un altro essere.

Indipendentemente da quanto lo amasse, non avrebbe potuto renderlo felice perchè non poteva sapere ciò che lui aveva in mente, non poteva conoscere le sue aspettative, i suoi sogni.

Se prendete la vostra felicità e la mettete nelle mani di un'altra persona, prima o poi quella persona la distruggerà. Se la felicità invece vive dentro di voi, siete voi a esserne responsabili. Non possiamo rendere nessuno responsabile della nostra felicità, ma quando andiamo in chiesa e ci sposiamo, la prima cosa che facciamo è quella di scambiarci gli anelli. Mettiamo la nostra stella nelle mani dell'altro, sperando che ci renda felici e che noi renderemo felici lui o lei. Ma indipendentemente da quanto amate un'altra persona, non sarete mai ciò che quella persona vuole che siate.

Questo è l'errore che quasi tutti facciamo fin dall'inizio. Basiamo la nostra felicità sul partner, facciamo una quantità di promesse che non possiamo mantenere e così apriamo la porta al fallimento.

 

 

FONTE: La padronanza dell'amore - Don Miguel Ruiz - Ed. Punto d'incontro