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Il blog felice
Der Blog vom Glück
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DIFFONDERE IL BENE

Quando Tea mi ha chiamato per darmi una bella notizia, che poi era una brutta notizia, diciamo per darmi una notizia, mi è balzata in mente la storiella zen del vecchio saggio che stava seduto all’ombra di una palma, in un’oasi poco lontano dalle porte di una città del Medio Oriente.

In questo luogo l’uomo aveva modo di incontrare mercanti e viaggiatori che si fermavano per abbeverare i cammelli. A volte qualcuno gli chiedeva informazioni.

Un mattino un giovane gli rivolse la parola dicendo: «È la prima volta che vengo da queste parti. Sai dirmi come sono gli abitanti della città?”. Il vecchio gli domandò: «Come erano quelli della città dalla quale provieni?». «Cattivi ed egoisti - affermò perentorio il giovane - per questo me ne sono andato».

«Così sono anche gli abitanti di questo posto» affermò l’anziano.

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Siamo a Berceto, un piccolo borgo immerso nell’Appennino parmense, è il 24 dicembre del 2019 quando il primo cittadino, Luigi Lucchi, emana questa straordinaria «Ordinanza N. 83 per il Santo Natale:

Richiamato l’articolo 3 dello Statuto Comunale che riporta tra le finalità del Comune anche quella di (…) favorire il pieno sviluppo della persona umana ed il soddisfacimento dei bisogni collettivi;

considerato che spesso nei rapporti sociali si creano tensioni e litigi inutili dettati da individualismo ed egoismo e che tutto ciò danneggia la piccola comunità del Comune di Berceto;

vista la volontà del Sindaco di riempire di gioia il cuore di tutti i suoi concittadini in occasione del Santo Natale;

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Inviato da il in DIFFONDERE IL BENE

Il business plan si chiamava “Scommetti su di me” e l’aveva creato Marco, un ragazzino di 13 anni, per proporre ai suoi compaesani un piano che dimostrasse, numeri alla mano, quanto avrebbe reso loro investire sulla sua formazione.

Il tredicenne di umili origini non voleva, infatti, fermarsi alla scuola dell’obbligo (che nel 1962 prevedeva la terza media), ma proseguire gli studi fino all’università trasferendosi a 80 km di distanza in un rinomato collegio.

Dopo tutto che Marco fosse bravissimo a scuola lo sapevano anche i muri grazie a sua madre che, dalla bottega del paese, tra salami nostrani e bottiglie di latte, pontificava a raffica i successi scolastici del figlio.

 «Come sai che farai i soldi?» chiese a Marco il fruttivendolo al quale il ragazzino aveva appena illustrato il piano. «A scuola sono il migliore, ho letto quasi tutti i libri della biblioteca e parlo bene l’inglese e il latino» rispose sicuro Marco.

«Non perdere tempo - commentò la moglie del negoziante mettendo in mano al consorte una cassetta di mele - che a parlantina, quello, non lo batte nessuno».

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Fu una mail proveniente da San Martino di Castrozza a cambiare radicalmente l’esistenza di Franco perché lui, quel giorno, si accorse che esistevano gli altri.

Erano anni che l’imprenditore trascorreva le vacanze in quel comprensorio affittando, in estate e in inverno, una villa spettacolare con il bosco alle spalle e la facciata di vetro alta 6 metri che si affacciava sulla barriera corallina delle Dolomiti, testimoni silenti d’immobile magnificenza.

Nella quiete assoluta di quell’oasi, Franco, titolare di una grande azienda, recuperava le energie immergendosi in agosto nella piscina laghetto e godendosi, in dicembre, l’atmosfera soffusa del caminetto al tramonto, quando le Pale si tingevano di rosa e sembravano sentinelle granitiche di rocciose certezze, e insondabili abissi.

Aprì la posta elettronica in quella che sembrava una qualsiasi mattina di giugno e, nel vedere la mail del padrone della villa, gli sembrò di respirare aria di montagna. Rilassato lesse:

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Quel giorno, passando davanti al Duomo di Firenze, a Giacomo venne voglia di visitarlo, ma non certo pagando. Scoprì che era possibile entrate gratis solo nella zona riservata alle confessioni.

Il giovane non era mai andato a messa e, in quel periodo, ce l’aveva con tutti, in primis con sua moglie che era morta da due mesi lasciandolo solo con un bambino di 9 anni, poi con il mondo che sembrava non far caso ai drammi umani, infine con Dio che permetteva simili atrocità.

Non ci pensò due volte: «Almeno un angolo della Cattedrale me lo vedo» si disse varcando il portone di Santa Maria del Fiore, un tempo la chiesa più grande del mondo, e dirigendosi nella zona dei confessionali.

Subito la rabbia gli montò dentro nel vedere una donna in lacrime uscire da una bussola di legno; il desiderio di dirne 4 a quel sacerdote si fece pressante e, svelto, si accomodò di fronte alla grata.

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